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2 Comments on “#39 – “Se vuoi un buon cibo, cucinalo tu stesso”. L’alimentazione energetica di Lena Tritto”

  1. Miei cari, vi ascolto mentre riordino la cucina eh no, personalmente posso dire che pur cucinando cibi freschi di stagione, dolci fatti in casa, ecc. Ecc. (Faccio in casa anche le basi di torte salate ecc.) i miei figli (maggiormente il più grande) rifiutano gran parte degli assaggi, soprattutto di verdure che qui non mancano mai. I cereali in chicco alla fine li mangio solo io, legumi poca roba davvero perché ogni volta lotto per finirli. Noi mangiamo e assaggiamo di tutto, abbiamo dei super prodotti a km 0, io cerco sempre ricette light ma sfiziose perché il cibo per me è piacere e sperimentazione ma i miei figli si oppongono a tutto questo con decisione estrema. Scelgono con caparbietà prodotti industriali come fossero prelibatezze. Allora, ho ascoltato con interesse la puntata e spero che crescendo le cose migliorino (ma in questo sono a corto di speranze). Un abbraccio – e quasi quasi faccio un caffè per tutti ^^

  2. Ciao Cristina… eh, che dire, ti capiamo perfettamente! Anche noi cerchiamo di cucinare piatti sani ma molto sfiziosi, colorati e “divertenti”… ma i nostri figli, quando possono scegliere, scelgono spesso i cibi che magari ci hanno portato parenti o amici. Ad esempio, nella credenza c’è un ottimo pane di pasta madre con i semi fatto da una signora bravissima qui della zona, e un pane di plastica fatto con farina bianca di quella della peggior specie, che il giorno dopo che l’hai comprato è già duro come una pietra…. e loro ovviamente prendono quello di plastica… 🙁 insomma, noi ci rimaniamo un po’ male… però è anche vero che spesso mangiano con gusto vellutate di legumi e verdure o altri piatti che altri bambini della loro età non mangerebbero nemmeno sotto tortura… quindi tutto sommato non ci possiamo lamentare… Alla fine se loro vedono che noi mangiamo con gusto questo tipo di cucina, anche loro prima o poi arriveranno a gustarla allo stesso modo, o perlomeno si saranno abituati a provare e sentire sapori diversi. La cosa che a noi spaventa di più è il “sapore unico”, un po’ come il “pensiero unico”, che appiattisce un po’ tutto e ti toglie la capacità di adattarti e convivere anche con la “diversità”, sotto tutti i punti di vista…. E anche il cibo è un canale privilegiato per abituare all’apertura, alla sperimentazione, all’accoglienza 😉

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