La bellissima intervista di oggi mi ha fatto fare un tuffo nel passato, e mi ha permesso di rivivere dei momenti bellissimi e indimenticabili… ma partiamo dal principio…
Io e Max ci siamo conosciuti nel 2010, in uno splendido borghetto sull’Appennino reggiano abitato da tanti ragazzi e ragazze della nostra età, chi solo o chi in coppia, ma tutti accomunati dall’amore per quella valle circondata dalle colline, in mezzo alla natura.
E’ stato un incontro segnato dal destino, come se ci fossimo dati appuntamento lì, per ritrovarci e fare un altro pezzo del nostro cammino insieme (da chissà quale altra vita, o da quale altra dimensione). Appena ci siamo incontrati abbiamo capito che qualcosa di molto forte ci legava, e che la nostra storia ci avrebbe portati a fare tantissime esperienze insieme, alcune molto belle e felici, altre molto più sfidanti, ma che comunque avremmo avuto, sempre insieme, la forza di fronteggiare e di superare.
Dopo pochi mesi che eravamo insieme Max ha iniziato a sentire molto forte intorno a noi la presenza di un’anima che ci chiedeva di farle spazio, di darle la possibilità di venire su questa Terra a fare un’esperienza, così come era successo con la sua prima bimba. Max mi aveva raccontato più volte di come, pochi anni prima, quest’anima che poi sarebbe diventata la sua prima figlia avesse iniziato a farsi sentire con sempre più forza, chiedendogli di avere la possibilità di nascere proprio in quel momento, in quel luogo, e da quei genitori. E così era successo, e alla fine questa bellissima bambina, che gli aveva perfino detto il suo nome prima di nascere, era arrivata e aveva iniziato il suo cammino.
Per me all’epoca erano discorsi davvero “supernatural”!! Eppure dentro di me sentivo che era proprio così, che c’era un’anima che ci chiedeva di poter vivere e di avere noi come genitori, per fare le esperienze che si era scelta. E così, poco meno di un anno dopo il nostro incontro, abbiamo iniziato insieme un percorso di crescita per genitori in attesa. Bella questa parola: “in attesa”. Ma quando inizia l’attesa?
Quando abbiamo partecipato al primo incontro del corso, ci siamo ritrovati circondati da tante belle mamme con tanti bei pancini o pancioni… Tante mamme con i loro bambini, in quella condizione speciale che è la gravidanza, che solo chi ha provato può capire. La sensazione di crescere una nuova vita dentro di sé è davvero miracolosa, quasi di collegamento tra due mondi. E solo essere in quella stanza con tutte quelle mamme ci faceva sentire così: eppure noi non eravamo ancora “in attesa”! O meglio, nostro figlio non era stato ancora concepito, ma in realtà io e Max eravamo già in attesa, in attesa del suo arrivo su questa Terra, e stavamo iniziando a fargli spazio, a creare dentro di noi quelle condizioni di apertura e di accoglienza necessarie.
Poi però quell’anima che aveva chiesto inizialmente di incontrarci, a un tratto sparì, lasciandoci un po’ tristi e con tante domande a cui cercavamo di dare una risposta: Perché è venuta? Perché adesso invece se n’è andata? Cosa abbiamo sbagliato? Cosa potevamo fare meglio? Ma senza riuscire a dare delle risposte, piano piano abbiamo ricominciato con la nostra vita, ci siamo fatti prendere dalla quotidianità, e quel pensiero è svanito dalla nostra testa, sommerso da mille altre cose.
Poi abbiamo deciso di trasferirci, di lasciare quel bel borgo, dove però avevamo un piccolo appartamento di tre stanze, per cercare una casa più grande, qualcosa che assomigliasse di più a una casa per una famiglia, a un nido dove potessimo avere lo spazio per accogliere e crescere dei figli. Siamo entrati nella nostra nuova casa insieme il 1 gennaio del 2012. Giusto il tempo di svuotare un po’ di scatoloni e di sistemare alla bell’e meglio gli armadi e altri mobili e, indovinate un po’…? Dopo appena due mesi scopro di essere incinta! Appena abbiamo fatto un passo in più nella direzione dell’accoglienza e dell’apertura, ecco che quest’anima ha deciso di arrivare! Voleva stare comoda 🙂
Da quel momento ho iniziato il mio cammino di conoscenza con lui, che fin da subito ho sentito essere un maschietto. Ho cercato di vivere quei 9 mesi in ascolto, di percepire ogni messaggio, ovviamente cercando anche di godermi appieno quella condizione speciale di unione con una creatura così pura e spirituale. Avevo appena finito di leggere il libro “I Nove Scalini – Cronaca di una reincarnazione” di Daniel Meurois-Givaudan e Anne Givaudan che raccontava proprio di questo rapporto speciale tra mamma e bambino durante i nove mesi della gravidanza, e sentivo come quell’esperienza fosse preziosa e ricca di insegnamenti.
Ma il tempo passava, e piano piano si stava avvicinando il momento dell’incontro con il nostro piccolo. Avevamo deciso di fare il parto in casa, e io e Max ci preparavamo ad accoglierlo nel migliore dei modi: musica rilassante in sottofondo, luci soffuse, stufa accesa… e la nascita è stata proprio così, calda, familiare, casalinga, assolutamente naturale. Un momento davvero speciale, pur nella sua assoluta naturalezza. E in attimo quel piccolo fagottino era lì, con noi, tra le nostre braccia.
Mi sembra ieri che Surya, il mio piccolo ometto, è nato, e invece sono già passati tre anni. TRE anni! Tre anni di vita insieme in cui ci siamo prima annusati, proprio come degli animali, per riconoscerci, poi ci siamo toccati, abbiamo sentito la nostra pelle appoggiarsi l’una su quella dell’altro, per accomodarci e trovare quell’incastro perfetto in cui entrambi potessimo sentirci bene.
Ora se ritorno con la mente a quei momenti, mi rendo conto di quanto siano state importanti le persone intorno a noi che ci hanno aiutato in quel momento così speciale: se non ci fossero state loro non sarebbe stato così perfetto! In primo luogo Max, che con i suoi massaggi e la sua presenza rassicurante a creato il giusto nido intorno a noi, poi le ostetriche, che con la loro esperienza e non invadenza sono riuscite a lasciarci il giusto spazio e ad aiutarci nel momento del bisogno, infine i nostri parenti, che ci hanno sostenuto e dato una mano nei primi giorni dopo la nascita, un periodo molto importante sia per la mamma che per il bambino.
Grazie ad Elena ho ripercorso tutte queste esperienze come se fosse ieri…
http://www.supernaturalcafe.it/podcast/episodio-43/
Elena dell’Orto è tutor primale, Educatrice perinatale e Moon Mother. E’ insegnante di Massaggio infantile e ha collaborato alla fondazione e avviamento di numerose esperienze nell’ambito dell’educazione infantile e dell’assistenza alle mamme, alle famiglie e alla genitorialità.
Fin da giovane ha compiuto esperienze di vita e di lavoro con sciamani e guaritori tradizionali appartenenti a varie culture tribali nordamericane (Tsuu T’ina, Blackfoot, Navajo, Lakota, Stoney-Nakoda) e asiatiche (India, Giappone) in Europa, USA, Canada e India.
E’ madre di tre figlie, e unisce la sua spiccata sensibilità all’attenzione e all’interesse verso il mondo dei bambini, delle donne e del femminile.
E’ specializzata nella risoluzione dei traumi della nascita e del parto, dal preconcepimento fino ai primi anni di vita, fino alle problematiche relative all’attaccamento e allo sviluppo neuro-affettivo, con un approccio al contempo spirituale e concreto.
http://www.supernaturalcafe.it/podcast/episodio-43/
Il suo lavoro è davvero prezioso, e ti invito ad ascoltare l’intervista anche se non sei una mamma o un papà, perché alla fine tutti noi siamo figli e abbiamo vissuto quest’esperienza sulla nostra pelle. E possiamo sempre aiutare e stare vicini a chi si trova ora a vivere questa condizione.
Buon ascolto!
Daria & Max