Non Dualità e il Sogno della Vita. Esiste davvero l’illuminazione?

Daria & MaximilianInterviste1 Comments

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Immagina di poter scegliere, ogni notte prima di addormentarti, tutto ciò che sognerai.

Immagina che ogni sogno possa durare il tempo di una vita, ottanta anni o più, o anche meno.

Ogni notte, in sogno, puoi sperimentare tutto ciò che vuoi. Puoi volare, puoi viaggiare, puoi amare. Puoi esplorare ogni luogo che tu stesso hai creato, puoi vivere ogni esperienza che tu stesso hai inventato.

Passato, presente e futuro per te non hanno mistero, perché tu stesso li hai creati, ogni notte, nel sogno.

Immagina di poter vivere questa esperienza ogni notte. Ogni notte una vita diversa che tu stesso hai progettato nei minimi dettagli.

All’inizio è sicuramente divertente, affascinante… ma a lungo andare probabilmente ti stancherai di esplorare un mondo che tu stesso hai creato e che già conosci alla perfezione, che non riserva alcuna sorpresa, alcun mistero. Alla fine, per quante avventure tu possa vivere, per quante persone tu possa incontrare nel sogno… tutto questo sei sempre tu, solo tu.

Immagina che una notte, prima di addormentarti, tu decida di fare un sogno in cui tu non sai di essere tu, il Creatore del sogno. Immagina di iniziare questo sogno senza alcuna memoria di chi sei e di cosa ci fai lì, senza alcun ricordo del mondo che stai per esplorare, dell’avventura che stai per vivere. Tutto sarà un mistero, tutto sarà una sorpresa.

Immagina ora di ripetere questo sogno senza ricordo, notte dopo notte… e quando nel sogno alla fine muori, ti risvegli la mattina esclamando: “Wow! Credevo proprio di essere morto, c’è mancato poco!”.

E se questa fosse proprio la vita che stai vivendo ora? Se Dio non fossi altro che tu, che stai sognando te stesso?

Questa riflessione è tratta da un discorso di Alan Watts e mi ha toccato nel profondo.

In questi ultimi giorni sono stato benedetto dal dono di una maggiore presenza e del ricordo di me. Sempre più spesso, durante la giornata, l’osservatore emerge e osserva se stesso e il mondo con presenza e silenzio interiore, con un diverso grado di identificazione. Per me è un dono, perché non ritengo di avere alcun merito in tutto ciò. Semplicemente… accade. E io lo osservo e lascio che accada.

Ma cosa significa “osservarmi dall’esterno”?

Durante la giornata solitamente vivo totalmente identificato nei miei pensieri, nelle mie emozioni, nelle sensazioni del mio corpo fisico e nei confini che esso sembra determinare. Il corpo sembra infatti delimitare il confine e la separazione tra me e il resto del mondo. Guardo il mondo esterno attraverso due finestrelle che chiamo occhi, lo ascolto tramite due buchi che chiamo orecchie. Il mondo entra in me attraverso il naso e la bocca, sotto forma di aria e di cibo, ed esce da me attraverso… beh, ci siamo capiti. Ma io e il mondo siamo sempre separati. Quando osservo le altre persone, mi chiedo cosa ci sia “dentro di loro”, oltre quel confine impenetrabile e inviolabile, che nemmeno con una risonanza magnetica o una biopsia possiamo indagare. Questo è il modo in cui ho vissuto la maggior parte della mia vita. E’ stato così anche per te, vero?

Eppure qualcosa sta cambiando. E’ così anche per te, vero? Qualcosa sta cambiando, per molti di noi. E’ qualcosa di contagioso, è qualcosa di sincronico. Ci stiamo risvegliando? Ha veramente senso  questa parola, “risveglio”?

Durante il giorno mi capita sempre più spesso, senza alcuno sforzo, di avere questi momenti di presenza, di lucidità, in cui emergo dalle tenebre dell’identificazione e tutto diventa luminoso, chiaro, aperto, leggero. Il tempo rallenta, il respiro si espande, la coscienza si risveglia, le ansie scompaiono e con esse la sofferenza.

Potrei dire che “osservo me stesso dall’esterno”. Ma allora chi sta osservando me stesso dall’esterno, se non io? In realtà non mi sto osservando dall’esterno, sto solo ampliando i confini della mia percezione e mi accorgo che il mio corpo è solo una parte di me e non mi contiene. Il mio corpo non è più un confine. E allora dove finisco “io”? Dov’è il confine?

Espando, espando, espando… il confine ultimo è la realtà stessa, quella che noi chiamiamo la Realtà Duale.

Chi sono io? Che cos’è questa cosa che chiama se stesso “io”, che percepisce se stessa come separata dal resto del mondo, ma che può espandere la propria consapevolezza fino ad osservare e abbracciare tutto “dall’esterno”?

Se sto facendo un sogno e in questo sogno non ricordo più nulla della vera natura del sogno, allora “io sono” è l’illusione stessa della separazione, “io sono” è il sogno.

“Io Sono” non è altro che il riflesso del sognatore. “Io sono” della stessa natura del mondo e di tutta la Creazione.

Se la Creazione è reale, io stesso sono reale. Se la Creazione è illusoria, io stesso sono illusorio. Se la Creazione è reale, allora anche il “mio” senso di separazione è reale. Se la Creazione è illusoria, allora anche il “mio” senso di separazione è illusorio, perché “io sono” il senso di separazione stesso.

Non mi permetterei mai di mettere in discussione migliaia di anni di speculazione filosofica e di convinzioni religiose, ma… a questo punto ha davvero senso discutere sulla natura della realtà, se sia essa reale o illusoria? “Io sono” della stessa natura della realtà. Se essa è reale, io sono reale, se essa è illusoria, io sono illusorio. Ma poco importa, perché comunque sia, ciò che fa esperienza è della stessa natura di ciò che viene sperimentato. E quindi un problema in meno 🙂

Che cos’è la morte? E perché ci fa tanta paura?

La morte è l’espressione stessa del cambiamento. Tutto si trasforma. La vita stessa è cambiamento, trasformazione. Tutto muore e rinasce a nuova vita, mentre l’essenza del tutto si mantiene immobile e immutata. Lo sapevi che le cellule del nostro corpo vivono in media tre mesi e dopo 7 anni TUTTE le cellule del nostro corpo sono cambiate? Sì, dopo 7 anni non rimane alcuna traccia biologica di ciò che il tuo corpo era 7 anni prima. Si potrebbe dire che dopo 7 anni il tuo vecchio corpo è morto, eppure tu sei ancora lì.

Ognuna delle cellule del tuo corpo potrebbe essere un “io sono”. Alla sua morte, la cellula si domanderà: cosa ne sarà di me dopo? Cosa ne sarà della mia coscienza? Ci sarà ancora un “io sono”?

La risposta è… SI’!!!

Sì, perché tu esisti ancora. La cellula muore, ma ciò che è morto è in realtà una parte di un sè più grande. Ciò che muore, alla morte del corpo, è l’identificazione con quel confine, che d’un tratto non esiste più. Ma non ti preoccupare, esiste sempre un confine più grande con cui identificarsi… perché la vera natura di questa realtà è la dualità, è il senso di separazione stesso, è il sogno del sognatore.

Al momento della morte la Coscienza non cessa di esistere. Così come il fiore, quando muore, cessa di essere fiore, ma la pianta che lo ha generato è ancora lì ed è ancora viva. E’ la Coscienza della pianta a sentirsi separata, identificandosi nel fiore. E’ la Coscienza del giardino a sentirsi separata, identificandosi nella pianta. E’ la Coscienza del bosco, della foresta, del pianeta, del sistema solare, della galassia… devo andare avanti? 🙂

Tutto è uno.

Nel vero senso della parola: TUTTO (il tutto, la totalità) è UNO (ogni singola cosa in cui il Tutto si identifica e si separa, pur non cessando di essere Tutto e mantenendo la Coscienza del Tutto).

Forse avrai sentito dire che “quando si muore, si muore soli”.

Balle.

Quando qualcosa muore, tutta la Creazione ne è consapevole. Ma nulla va perduto, niente scompare o viene annullato. Tutto passa semplicemente da uno stato di identificazione ad un altro.

Di certo tu potresti dire: <<sì però io sono molto affezionata al mio personaggio, che sia Francesca, Riccardo, Chiara, Andrea… Non voglio che scompaia… ho capito che quando muore il fiore la pianta non cessa di esistere… però io adesso sono fiore e non voglio morire, punto!!!>>

Certo.

Anche per Maximilian è così!

Potremmo semplicemente riflettere sul fatto che al momento della morte questo non sarà più un problema… quando scompare il senso di identificazione e di separazione (perché la morte è niente altro che questo) il problema cessa di esistere. E’ come svegliarsi dal sogno e dire “fiiuuuuu… c’è mancato poco!” 🙂

Eravamo così identificati, così separati… e di punto in bianco questa separazione non c’è più. La Coscienza si espande, il vecchio limite scompare.

Il vecchio “io sono” ci mancherà? Probabile, così come alla pianta mancherà il fiore 🙂

E’ forse questa la vera natura dell’Amore? Quanta bellezza…

La morte ci mostra anche la vera natura della Sofferenza.

La Sofferenza nasce dal senso di separazione, dal senso di identificazione. Soffriamo perché ci sentiamo separati e questa sofferenza genera la spinta della nostra ricerca materiale e spirituale. Il motore del mondo è l’Amore, ma il suo carburante è la Sofferenza.

Noi esseri umani crediamo di desiderare molte cose… vogliamo essere persone migliori, facciamo un percorso di crescita personale, cerchiamo di essere bravi genitori, bravi compagni, bravi amici, coltiviamo la nostra spiritualità e cerchiamo l’illuminazione, ci battiamo per un mondo migliore, per sconfiggere le ingiustizie… certo il motore è l’Amore… ma ciò che ci dà la spinta è la Sofferenza.

La verità è che tutti vogliamo smettere di soffrire. La ricerca della felicità è una fuga dalla Sofferenza. Nel mondo duale, questa polarizzazione crea l’eterno divenire e rende le cose decisamente interessanti 🙂

Possiamo quindi smettere di soffrire?

No, finché siamo identificati e ci sentiamo separati. Ma se… se prima ho detto che la natura ultima di questa realtà è il senso stesso della separazione, allora non possiamo uscire da questa specie di prigione che genera Sofferenza?

Oh, sì che possiamo… NOI SIAMO la realtà stessa! Non c’è niente da cui bisogna uscire, capisci? Non c’è niente da cui fuggire, la prigione non esiste, la morte non esiste, il risveglio non esiste, l’illuminazione non esiste! O meglio… TUTTO QUESTO ESISTE!

<<Ok Maximilian, che diamine stai dicendo, ti sei fulminato il cervello???>>

Hehehe… me lo chiedo sempre più spesso anche io…

Eppure la Verità è questa ed è la cosa più super meravigliosa che abbiamo davanti a noi, intorno, fuori e dentro di noi…

IO SONO!

Il senso di separazione, il senso di identificazione, ci permette di fare infinita esperienza. Noi siamo l’UNO e possiamo identificarci in tutto ciò che l’UNO vuole. Possiamo nascere e morire e dopo la morte sperimentare infinite altre vite, infinite possibilità. Possiamo esplorare la creazione nelle sue infinite forme. Tutto questo è stato creato da noi per noi, tutto è stato creato dall’UNO per l’UNO… e per farne esperienza l’UNO ha creato il senso di separazione, l’Amore e la Sofferenza che rendono tutto estremamente interessante e infinitamente creativo…

Credi nella Reincarnazione? La sperimenterai!

Credi nel Paradiso e nell’Inferno? Li sperimenterai!

Credi negli Angeli e nei Demoni? Li sperimenterai!

Credi che questa realtà sia così vasta da poter essere esplorata nell’infinitamente piccolo, con un microscopio, o nell’infinitamente grande, con un telescopio, senza mai raggiungere il limite ultimo?

Credi che la natura spirituale della realtà sia così complessa ed affascinante come la descrive ad esempio Rudolf Steiner?

O credi che tutto sia pura illusione, un riflesso della nostra mente?

Non importa! Non importa! Qualsiasi cosa tu creda, la sperimenterai!

IO SONO (è) IL CREATORE, LA CREAZIONE e COLUI CHE LA SPERIMENTA!

“Io sono Colui che sono!” (Esodo 3,14)
“Io sono (è) l’alfa e l’omega” (Apocalisse 1,8)
“Io sono (è) la luce del mondo”
“Io sono (è) la via, la verità e la vita”

Sono così emozionato nel portarti questo messaggio, nell’esserne io stesso testimone… Benché “io stesso” sia solo apparenza… Ma che importanza ha?

Questa è la magia… io che posso parlare con te, che posso condividere con te questo messaggio di gioia e di speranza!

Abbraccia la creazione, accogli la Sofferenza e trasformala in Amore. Puoi!

Tutto è perfetto così com’è. Osserva la realtà mentre si manifesta tutto intorno a te e attraverso di te. Osserva come grazie all’identificazione e al senso di separazione tu puoi fare esperienza di tutto questo… Osserva la pianta e il fiore, che sono due eppure Uno… Osserva che la morte è solo Sofferenza che si trasforma in Amore, il Figlio che si riunisce con il Padre, la Coscienza che integra parti di sé, in cui nulla va mai perduto…

Non c’è alcuna realizzazione, non c’è alcuna illuminazione. Tutto accade, tutto si manifesta. Lo sforzo è solo apparente, ma non necessario.

Qualcosa in me, ad un tratto, si è manifestato. Dopo molta sofferenza, dopo una sofferenza che mi ha lacerato dentro e che sembrava farmi a pezzi, dopo che sono arrivato a desiderare la morte, tanto mi sentivo disperato, proprio nell’ora più buia è sorto un sole caldo e luminoso a riscaldarmi l’animo, a ridarmi la vita.

E intorno a me, tutto accade. Sincronicità.

Pochi giorni fa io e Daria abbiamo incontrato e intervistato Riccardo Lautizi, autore dei siti web Dionidream.com e Non-dualita.it

http://www.supernaturalcafe.it/podcast/episodio-37/

Riccardo sta facendo un lavoro incredibile, con grande dedizione, per diffondere il messaggio della “non dualità”, per aiutare le persone a vivere una vita più felice, più gioiosa e piena, trasformando la Sofferenza in Amore. Senza sforzo, lasciando semplicemente che tutto questo “accada”.

Il suo sito web e il suo canale Youtube sono pieni di video di grande ispirazione, quasi tutti in inglese che lui stesso ed altri hanno sottotitolato. Inoltre Riccardo sta invitando in Italia diversi relatori che stanno contribuendo a divulgare nel mondo questo messaggio di “risveglio” (qualsiasi cosa voglia dire!!!). Non è infatti con le parole che si può spiegare un concetto così “olistico” come la “non dualità”. La cosa migliore è stare in compagnia di queste persone e farne esperienza diretta. Per questo Riccardo ci sta facendo un grandissimo dono.

Nell’intervista parliamo di tutto questo e di tanto altro, in parte legato al suo precedente (e attuale) lavoro con il sito Dionidream.com

http://www.supernaturalcafe.it/podcast/episodio-37/

Ti abbraccio, fratello mio, sorella mia.

Sii felice e lascia che tutto questo semplicemente accada.

Maximilian & Daria

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